
Come valutiamo
il tuo argento?
La nostra formula

Gli oggetti in argento da noi acquistati sono generalmente vassoi, posate, piatti, bicchieri, centrotavola, candelabri, soprammobili, calici o trofei, sia moderni che antichi.
La maggior parte dell'argento che acquistiamo (98%) è stato prodotto dopo il 1950. Questi oggetti sono valutati a peso. Il loro valore è costituito dall'argento e non dalla lavorazione. Non hanno un valore storico, non hanno un valore artigianale, non c'è un vero design, non hanno una lavorazione eccelsa, sono stati prodotti in serie e a macchina per soddisfare la grande richiesta durante il boom economico tra gli anni '50 e gli anni '80. In Italia c'era un aumento di produzione in ogni settore tra cui la fabbricazione di oggetti in argento, in buona parte esportati. La politica non era ancora entrata nelle case.
Gli argenti di lavorazione pregiata sono pochi. Sulla base della mia esperienza, su 200 kg di argento da noi acquistati solamente 10 kg hanno una lavorazione pregiata e perciò acquistati come oggetti e non solo a peso.
Gli oggetti firmati, come quelli di Buccellati, Genazzi, Tiffany, Fabergè, Georg Jensen, ecc, vengono valutati in maniera diversa in quanto le lavorazioni nella maggioranza dei casi sono veramente di qualità. A volte si tratta di vere e proprie opere d'arte.
Gli oggetti in argento pregiati più ricercati sono di grandi dimensioni. Un vassoio però, anche se grande, è poco interessante, mentre una fontana (sempre di grandi dimensioni) riprodotta in argento e copiata da un monumento di Firenze o Roma è molto interessante. Queste tipo di opere sono state generalmente create nei primi anni del '900 e sono prodotto dell'esperienza di maestri argentieri, fieri del loro lavoro, che esprimevano le loro abilità modellando l'argento. I mastri argentieri avevano al loro fianco apprendisti che portavano avanti la tradizione e la conoscenza di come modellare l'argento. Negli anni '60 e '70 con l'avvento del comunismo, nuova ideologia di moda, dove la paga veniva prima dell'apprendimento, piano piano si perse il passaggio di conoscenza dal maestro all'allievo. Le macchine sostituivano l'artigianato. Essendoci una maggior richiesta del prodotto, ma per mancanza di manodopera e di bravi lavoranti, si producevano oggetti in argento fatti a macchina nella stragrande maggioranza dei casi. Pochissimi erano gli artigiani rimasti, si stava perdendo l'artigianato, la capacità di creare manualmente e prendeva il sopravvento la produzione industriale. Quei pochi artigiani rimasti facevano fatica a sopravvivere alla "concorrenza" dell'industria.
Il valore di alcune opere in argento, a volte sottostimato, è di gran lunga superiore al solo valore dell'argento. Genazzi (Luigi e Eros, argentieri Italiani) producevano tra il 1930 e il 1960, facendo lavorazioni su oggetti di uso comune semplici e raffinate. Ad esempio producevano delle brocche d'acqua d'argento battuto, di circa 20 cm di altezza, che raffiguravano sull'esterno della brocca la condensa dell'acqua in argento. Questi oggetti hanno un valore ben superiore al valore dell'argento, ma sono pochissimi coloro che hanno continuato a produrre realizzando degli oggetti estetici e che necessitavano di un lungo tempo di lavorazione.
ARGENTI ANTICHI
Oggetti antecedenti al 1900 devono essere visti uno per uno. Ritengo che vi siano molti manufatti d'argento come: caffettiere, bicchieri, tankar, centro tavola, calamai, ecc... che spesso non vengono apprezzati per la loro qualità di lavorazione dal pubblico di oggi.
Gli argenti antichi attualmente non sono "di moda", personalmente non seguo la moda ma mi baso sulla qualità della lavorazione. Se un oggetto antico è sufficientemente grande, un centrotavola più che un vassoio e ha caratteristiche estetiche e di lavorazione eccellenti noi lo prendiamo in considerazione come oggetto e non solo come argento.
La moda cambia ogni 6 mesi, inteso moda per forme e colori. Sembra quasi che sia necessario per il consumo una tale influenza. In realtà chi produce qualità anche nella moda è eterno, non è così influenzato da una forma, mantenendo la sua bellezza ed estetica malgrado "non sia di moda". Nel caso degli argenti antichi, oggetti grandi come vasi, centro tavola o altro, l'argentiere ha plasmato, modellato l'argento battendolo a mano e unendone le parti, creando forme, oggetti di uso comune preziosi ed estetici. Trasmettendo nel tempo per centinaia di anni arte e cultura. Non possono questi oggetti perdere valore o passare di moda malgrado l'inciviltà. Ho sentito cose come: "Non lo metterei mai in casa", guardando un quadro di Rembrandt o un argento di Jensen. In verità l'estetica che fuoriesce da opere lavorate a mano e con amore non è paragonabile ad una lastra saldata. La mancanza di vita di un oggetto moderno la troviamo persistere in un oggetto antico.
La mancanza di vita di un oggetto moderno, semplicemente piegato e saldato non può competere con la lavorazione di un oggetto antico che è modellato a mano fino a darne una forma armonica ed estetica. Certo è che pochi sanno raccogliere l’armonia e l’abilità di un maestro, ma questo non toglie che malgrado la scarsità di preparazione estetica nella gente, il bello della lavorazione artigianale sia antica che moderna persisterà in eterno.
Il titolo dell'argento è principalmente 800/1000, cioè 800 parti d'argento su 1000, oppure 925/1000.
Gli oggetti sono marchiati con il titolo (800 cerchiato oppure 925 cerchiato), la stella indica che è di fabbricazione Italiana, il punzone del fabbricante (in cifre), una sigla che indica la città (es: FI sta per Firenze, NA sta per Napoli, Mi sta per Milano, PA sta per Palermo e così via per ogni città, secondo la residenza del laboratorio o argentiere). Il punzone del fabbricante corrisponde al laboratorio ed è assegnato dall'ufficio metrico, cioè l'ufficio che rilascia la licenza di produzione all'argentiere.
Una completa punzonatura apparirà quindi cosi: titolo + stella (Italia) + numero argentiere + sigla di residenza
Nella figura qui sopra potete vedere il punzone con la stella, il numero 1 e la sigla AL, questo è il marchio di uno dei più famosi argentieri italiani ed è il primo laboratorio argentiere di Alessandria.
Come in ogni cosa la conoscenza è data dal percorso storico. Nel caso della storia dell'uomo e delle sue creazioni si potrà avere maggiore comprensione attraverso la conoscenza dei simboli e non di tutte le chiacchiere contenute della stragrande maggioranza dei libri, della sua storia.
Negli argenti sono i punzoni che rendono comprensibili i passaggi storici, il periodo di produzione, chi li ha prodotti, dove sono stati prodotti e di conseguenza, avremo un valore.
Gli argenti italiani tra il 1928 e il 1944 sono punzonati con il fascetto littorio, ripreso dalla simbologia romanica, simbolo poi usato nel periodo fascista, differisce da quello della Repubblica Italiana composto da una stella, il numero del laboratorio e la provincia di produzione.
Se trovate il numero 800 senza che sia cerchiato la produzione dell'oggetto risale ad un periodo antecedente il 1930.
Per quanto riguarda gli argenti del 1800, la punzonatura e la fattura degli stessi è tutt'altra storia: ogni città ha un diverso punzone.
In questo caso la valutazione è data dal periodo (1880, 1850, 1800, 1700, 1600, ecc) e dalla tipologia di ogni singolo oggetto. Un Tankar (boccale da birra), un cestino, una zuppiera, una caffettiera... ogni oggetto ha un valore specifico.
Gli argenti inglesi hanno 4 o 5 punzonature dalle quali si risale all'anno di fabbricazione, alla città e spesso all'argentiere.
Argenteria italiana di grandi dimensioni, prodotta tra il 1928 e il 1944, punzonata con il fascetto littorio nello stile del periodo.
Gli argenti antichi possono essere di vari paesi: Francia, Germania, Inghilterra, Italia e sono valutati singolarmente.
Gli argenti moderni sono prodotti dopo il 1950 e vengono valutati generalmente a peso.
Negli argenti firmati vi sono nomi come Buccellati, Genazzi, Tiffany, Fabergè, Georg Jensen, ecc...